Beppe Grillo

Riflessioni periodiche in controtendenza 2

Perchè proprio da oggi queste nostre riflessioni sulla Telecom? Perchè proprio oggi e domani si terrà a Palermo un convegno della stessa azianda già nota come S.I.P. Ricordate? Intitolato: "La Cultura del Servizio e il Cittadino".

Un titolo che è tutto un programma. Ospiti illustri: Ralph Nader noto attivista del consumerismo americano, in buona compagnia con Antonio Lubrano, che si "manda" da solo a fare il paladino ai consumatori italiani; con Gustavo Ghidini già presidente della Finlombarda, Finanziara della regione Lombardia e presidente del Movimento Difesa Consumatori (ma come, il presidente di una finanziaria che tutela i consumatori?), eccetera eccetera.

E dunque, vorremmo anche noi dare un contributo per capire qual'è "la cultura del servizio" secondo la Telecom. Ad esempio è quella che consiste nel dare l'avvio (nel 1993) ai "servizi" audiotel -i 144- in via sperimentale senza che ancora esistesse alcuna legge che li regolasse. Ma non possiamo parlare sempre del passato.

Ed allora parliamo del presente. Nello scorso mese di dicembre la Telecom ci ha fatto sapere che lei, sin da quando si chiamava Sip, aveva sempre chiesto che ai 144 potessero accedere esclusivamente coloro che ne facevano espressa richiesta. Ma siccome noi qualche dubbio l'avevamo che non fosse esattamento questo lo svolgersi dei fatti, siamo andati a rileggere i verbali della commissione del ministero delle Poste che ha elaborato il decreto di regolamentazione sia dell'audiotel che del videotel, commissione alla quale hanno partecipato sia membri tecnici che esperti in normative, della Sip.

E proprio nel verbale della "Terza riunione del comitato ristretto del 3/2/94" leggiamo che costituisce premessa dei lavori:

1.L'impossibilità tecnica di discriminazione degli scatti

2.il presupposto di un "accesso generalizzato" ("a chiosco")"

E leggiamo ancora, poco dopo, nello stesso verbale: "Tanti contratti tra utenti e Sip...quante sono le prestazioni fruibili con il 144.. è sistemazione... obiettivamente non praticabile o, se più piace, di esosa ed onerosa applicazione: per SIP/Fornitori quanto per l'utente stesso.. dunque, accesso a chiosco (accesso generalizzato) con il solo "contratto di base" per l'abbonamento al servizio telefonico".E questa è sempre stata, per amor di verità, la posizione di Sip, oggi Telecom Italia.

Capito, voi giornalisti che state a Palermo, la "cultura del servizio"? Ma allora perché, in dicembre, la Telecom ha chiesto al Prof. Gambino, di cambiare decreto emesso pochi mesi prima, per condannare definitivamente i 144? Possibile siano così autolesionisti?

Facciamo delle ipotesi. I 144 non hanno mai portato alla Telecom molta gloria. Non solo hanno protestato gli utenti ma hanno protestato anche le società che gestiscono i 144. Queste ultime si lamentano del fatto che la rete telefonica è un "colabrodo": agli utenti finali vengono fatti pagare gli scatti (questo sarà sempre poco, ma è sempre sicuro!), ma questi scatti non si sa dove sono andati perchè le società che ricevono le telefonate, lamentano di non riceverne gli accrediti. E quindi anche il mondo dei 144 si è ribellato chiedendo al Ministero delle PPTT di "certificare" qualità delle linee telefoniche.

Nel frattempo le linee telefoniche scoppiano, anche per l'aumento strepitoso delle telefonate che arrivano "via etere" con i telefonini cellulari. Leggiamo su MP Computer di dicembre scorso che la rete ETACS italiana (quella dei telefonini nazionali) potrebbe sopportare un carico di circa 2 milioni utenti mentre, a giudicare dal numero dei prefissi telefonici esistenti, gli abbonati dovrebbero essere almeno il doppio, tutto a discapito della qualità del servizio (sempre a proposito di "Cultura del Servizio").

Provate ad andare in giro per Roma usando il telefonino e contate quante volte perdete la linea. Sarà, allora che per recuperare un po' di linee da vendere a prezzo pieno, la Telecom ha deciso di far chiudere quelle linee che gli hanno procurato solo fastidi e, forse, non tutti i soldi che si aspettava?

Tanto le linee erotiche che rendono di più si trasferiranno su prefissi internazionali ed il business rimarrà invariato, anzi aumenterà e sarà privo di qualunque disciplina e controllo. Mentre i servizi audiotel di interesse collettivo per gli utenti chiuderanno e chi se ne frega?

Questi sono i sacrifici che Telecom fa per gli utenti, possiamo crederle quando dice come fa adesso a proposito dei nuovi aumenti che è anche disposta a rimetterci per favorire i cittadini? Ma vogliamo fornirvi ancora delle prove.

Abbiamo pensato di mettere in linea tre direttive impartite dal Ministero delle poste, già rese pubbliche da alcune associazioni di consumatori, ma mai pubblicate dai quotidiani nazionali. Esse sono: la prot 11295 del 31 ottobre 1995; la prot 11663 del 22 novembre 1995 ; la prot. 12498 del 28 dicembre 1995; cliccando sui loro titoli (funzione ancora non disponibile, ndw) potrete avrete il piacere di vedere e leggere questi documenti integralmente.

Ma cosa scrive il Ministero delle Poste alla Telecom?

Essenzialmente 5 cose, tutte a proposito dei reclami per traffico telefonico con riconosciuto dagli utenti:

1.Che, almeno sino allo scorso mese di ottobre, le iniziative della Telecom a proposito degli zero zero ( chiamate internazionali) erano " lungi dal potersi ritenere sufficienti a garantire l'utenza dall'assenza di fenomeni di traffico abusivo, non riconosciuto dalla stessa".

2.Che la gestione dei reclami da parte della Telecom non è stata ispirata da criteri uniformi a livello nazionale, certi ed oggettivi, quanto piuttosto da valutazioni tese ad impedire il ricorso alla magistratura da parte degli utenti e a ritardare all'infinito l'adozione di strumenti tecnici per evitare l'insorgere di nuovi abusi a danno degli utenti.

3.Che, nonostante le procedure previste dalla legge, la Telecom ha "tagliato i fili" agli utenti anche in presenza di reclami e contestazioni da parte di coloro che sostenevano di non aver fatto telefonate addebitate.

4.Che, la Telecom, ignorando i principi di trasparenza amministrativa previsti nella legge 241 del 1990, non ha fornito agli utenti che reclamavano dettagliate e documentate informazioni sulle vicende relative ai consumi telefonici, limitandosi a rigettare i reclami con motivazioni generiche.

5.Che il ministero, attraverso i propri uffici circoscrizionali, rivendica dalla Telecom il controllo sulla gestione dei reclami da parte dell'utenza (come previsto nell'art. 10 lett.d del DPR 24 marzo 1995 n. 166 pubblicato dalla gazzetta Ufficiale 15 maggio 1995 n.111) e sollecita la stessa Telecom ad avviare al più presto possibile la sperimentazione "di mezzi tecnici stimati più opportuni" per la riduzione del contenzioso, a partire dalla possibilità, (sempre negata da parte di Sip/Telecom) di installare i contatori al domicilio dell'utente.

Capita ora la "Cultura del Servizio" di Telecom? E quindi, per il futuro, in caso di reclami con Telecom rivolgetivi pure alle associazioni dei consumatori della vostra città utilizzando anche questi documenti
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