Didattica

Rapido intervento in caso di EGA

di Bruce Delphia, DAN Medic

Il Subacqueo: maschio di 34 anni, esperto, in buona salute, non fumatore.
L’immersione: 26 metri, tempo di fondo 20 minuti, sosta di sicurezza a 4.6 metri, senza problemi.
Le complicazioni: Nel risalire in superficie dopo la sosta di sicurezza, arriva una grande onda. Sorpreso dal rapido sollevamento verso la superficie, il sub trattiene il respiro. Un attimo dopo, si trova in superficie, con il GAV parzialmente gonfio. Non sente dolore o disturbi respiratori, ma, quasi immediatamente si trova paralizzato alle gambe e ad un braccio. Si aggrappa alla piattaforma di risalita della barca con l’arto ancora funzionante e grida aiuto. Il capitano della barca lo aiuta a risalire a bordo. Intanto anche l’altro braccio si paralizza. L’unica cosa che il sub riesce a dire al capitano è “ ho trattenuto il respiro, non mi posso più muovere”. Il capitano inizia rapidamente il primo soccorso e la somministrazione di ossigeno al 100%. Dopo poco i sintomi migliorano leggermente. Vengono chiamati la Guardia Costiera ed il DAN. Il sub resta sotto ossigeno 100% fino all’arrivo all’ospedale. La diagnosi è di Embolia Gassosa Arteriosa Cerebrale ed il sub esce totalmente guarito dalla camera iperbarica.
Discussione: la causa principale dell’EGA è la sovradistensione polmonare, causata da un eccesso di sovrapressionenel polmone durante la respirazione artificiale a pressione positiva o dalla mancata espirazione dei gas in espansione durante la risalita da un’immersione.Questo può avvenire per diversi motivi: apnea volontaria o involontaria,ostruzioni bronco-polonari, broncospasmo, eccesso di secrezioni mucose bronchiali, litiasi bronchiale. La sovrapressione polmonare scatena una risposta fisiopatologia rapida e complessa. Generalmente questo non comporta, anche se può accadere, una rottura degli alveoli polmonari, quanto piuttosto una distensione del polmoneche rende possibile alle bolle di gas il passaggio attraverso la trama del sottile tessuto alveolareiper-disteso, fino ad incontrare i vasi sanguigni polmonari adiacenti e penetrarvi. In questo modo le bolle raggiungono il cuore sinistro e la circolazione arteriosa generale. Alcune di queste bolle - anche la maggioranza - possono raggiungere il cervello, con effetti immediati e drammatici, come nel caso in questione.
Il trattamento deve comprendere il rapido intervento e la somministrazione di ossigeno al 100%. La vittima può essere incosciente, in preda a convulsioni o in arresto cardio-respiratorio e dovrebbe essere immediatamente trasportata al più vicino ed adeguato luogo di cura per una prima valutazione e par la stabilizzazione, quindi, al più presto, verso un centro iperbarico.

In situazioni di particolaregravità, l’EGA può provocare la rapida morte del subacqueo. La rapidità del trattamento è essenziale e può condizionare la completa guarigione. L’immediatezza dell’instaurazione di RCP, se necessaria e della somministrazione di ossigeno 100%, sono essenziali. In questi casi, maggiore è la distanza dalla “civilizzazione”, maggiore è la necessita di un’adeguatapreparazioneepianificazione d’emergenza.


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